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IL TERREMOTO

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TRANQUILLA SIGNORA, NON CI SONO STATI SVERSAMENTI

Sono uscita da quelle stanze come un fulmine.

Voglio andare il più lontano possibile da quel posto.

Dopo due giorni quello stesso municipio crollerà. Un brutto terremoto.

Avevano sempre detto che nella bassa, non venivano.

Che sì, non sono gran bei posti, ma disastri almeno non ne vengono. Infatti. Non dico che il paese sia stato raso al suolo ma quasi.

La mattina successiva alla prima scossa il mio pensiero corre alla Nichel Cromo. Alle vasche piene di liquidi. Sono seduta sul muretto del cancello davanti alla fabbrica. Devo trovare il coraggio di entrare e vedere. Lacrime e pioggia si confondono. Apro la porta entro in punta di piedi con il cuore che mi esce dalla gola. Percorro non so nemmeno io come il corridoio cercando liquido che corre sui pavimenti, come mi ero immaginata. Sospiro. Non ce n’è. Tutto asciutto. Il tetto è ancora al suo posto.

Dopo dieci giorni una nuova scossa. Questa ancora più pesante. Non so se scappare o andare a vedere se la Nichel Cromo è ancora in piedi. In uno spettacolo spettrale e irreale, un sole che brucia, un silenzio assordante, mi avvicino a quel cancello. Sembra ancora tutto miracolosamente intatto. La terra ancora trema forte quando mi chiama l’Arpa della regione e mi chiede di andare a controllare la situazione. “Non me la sento di entrare”.

Il giorno dopo sono ancora davanti a quei cancelli.  Con me quattro Vigili del Fuoco vestiti da palombari che stanno entrando nella fabbrica. Li ha chiamati l’Arpa.

Forse rischiano la vita e questo non mi va. Ho paura per loro e ho paura per me. Se questa volta le vasche hanno ceduto, mi denunceranno per disastro ambientale. Non me lo merito, non è colpa mia, ma la vita va così.

L’attesa è angosciante. Li vedo uscire con il sorriso sulle labbra.

“Tranquilla, signora. Non ci sono stati sversamenti”.

Le mani ancora informicolate. Sorrido. Comunque mi arrivano due diffide a svuotare le vasche. Non ho soldi.

Alla fine di giugno 2012 porto i libri in tribunale.

Il 4 luglio la Nichel Cromo sarà dichiarata fallita.

Intanto Carlo  ha chiamato a fare una nuova cromatura in Messico tutti i fornitori che aveva in Italia , gli unici che si sono anche insinuati come creditori al fallimento.

Io ormai sono consapevole di avere perso il mio sogno e che per andare avanti devo archiviare questa storia e dimenticarmi di avere avuto una famiglia e di avere speso quindici anni della mia vita per aiutare colui che mi ha annientato.  Vorrei  alzarmi una di queste mattine senza avvertire quel senso di vuoto che mi opprime e di ritrovare la fiducia nel mondo che al momento ho perso.

In questo racconto, spero di non avere dimenticato di nominare nessuno delle persone che mi hanno fatto male.

Qui Charlie inaugura la nuova cromatura in Messico appena finita (settembre 2013) 

TRANQUILLA SIGNORA, NON CI SONO STATI SVERSAMENTI - scromata
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la nuova cromatura in Messico

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